Qui viene spiegato nel dettaglio le varie regole e metodi per la ricerca del tartufo e alcune curiosità sui cani da tartufo.
Il tartufo ha sviluppato un trucco che gli serve per disperdere le sue spore nel terreno e riuscire così a riprodursi: infatti ha un odore molto forte. Ebbene, proprio grazie a questo profumo gli animali riescono a percepire la sua presenza anche se sono sotto terra e, nel momento del ritrovamento, le spore volano e si depositano tutto intorno.
IL CANE DA TARTUFO
E’ importante che il cane consideri la ricerca del tartufo un gioco e mai un lavoro. In questo modo si crea il forte legame con il trifulau che durerà tutta la vita e sarà la base per il successo della cerca.
A Roddi, a pochi chilometri da Barolo, esiste l’Università dei Cani da Tartufo “Barot” (che in dialetto piemontese indica il bastone del tartufaio), dove dal 1880 ci si occupa di addestrare alla cerca questi speciali aiutanti.
È bene sottolineare che non esiste una razza di cane migliore per questa attività, alcune sono più predisposte come il Lagotto Romagnolo, il Pointer, il Bracco. Tuttavia nel nostro territorio è diffusissimo il taboj (pronuncia: “tabui”), che indica il classico cane da tartufo, di media taglia e meticcio, il quale ha la reputazione di essere tanto fedele quanto abile nella ricerca.
E non dimentichiamoci che in Italia è vietato utilizzare il maiale per andar a scovare tartufi, perché scavando in modo violento, danneggia le radici delle piante che sono così preziose per creare la simbiosi micorrizica.
IL TRIFULAU
Il trifulau, deve obbligatoriamente superare un esame apposito indetto dalla Provincia per ottenere il tesserino d’idoneità alla raccolta del tartufo, che ha una validità di 10 anni rinnovabili su tutto il territorio nazionale. Oltre a ciò, deve pagare una tassa annuale alla Regione e rispettare rigorosamente i periodi di raccolta del territorio che sono rintracciabili sui siti delle varie regioni. Ci sono anche altre regole da seguire: il tartufaio deve essere accompagnato esclusivamente da uno e un solo cane appositamente addestrato; deve attrezzarsi di vanghetto o zappino o comunque di uno strumento apposito con lama di massimo 8 cm di larghezza per scavare solamente nel punto in cui il cane ha segnalato l’eventuale presenza del tartufo; è obbligato a ricolmare le buche con la terra prelevata durante lo scavo e appiattire nuovamente il terreno; non può fare buche a caso senza segnalazione del cane; gli è proibito raccogliere tartufi non segnalati, immaturi o avariati. In Piemonte il tartufaio ha però anche il vantaggio di poter andare alla ricerca del tartufo nel momento della giornata che preferisce, anche di notte, mentre in altre regioni ciò non è permesso.
Come fare per conservarlo al meglio? Lo si avvolge in un pezzo di carta da cucina messo dentro ad un barattolo di vetro con il coperchio chiuso e lo si ripone in frigorifero (al massimo per una settimana), si cambia la carta una volta al giorno. I trifulau lo ripongono nel loro fazzoletto.